Como e la seta
La seta comasca: sei secoli di bellezza e maestria
La storia della seta a Como è una delle più affascinanti testimonianze del legame tra territorio, tradizione e innovazione. Tutto ebbe inizio tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, quando i duchi Visconti e, successivamente, Ludovico il Moro promuovono la coltivazione del gelso nella regione. Il clima favorevole, l'abbondanza di acqua dolce e la presenza di manodopera contadina rendono la zona comasca particolarmente adatta all'allevamento del baco da seta. In breve tempo, la bachicoltura si diffonde capillarmente: intere famiglie che partecipano al ciclo produttivo, dai campi alle filande domestiche, trasformando l'economia agricola del territorio.
Nel Seicento e nel Settecento, mentre altre attività artigianali entrano in crisi, la seta continua a crescere. I gelsi coprono ormai gran parte dei terreni coltivabili del Comasco, segno di un sistema economico sempre più orientato verso la produzione serica. Con l'arrivo dell'Ottocento e della rivoluzione industriale, Come vive un'accelerazione decisiva: le prime filande meccaniche ei telai Jacquard modificano radicalmente il modo di lavorare il filo di seta, rendendolo più efficiente e preciso. Nel 1868 nasce la Scuola Comunale di Setificio, un istituto dedicato alla formazione tecnica di giovani specializzati nella lavorazione tessile, che ancora oggi rappresenta un ponte tra tradizione e innovazione.
Il Novecento segna l'ascesa di Como come capitale mondiale della seta. In città nascono aziende che diventeranno marchi storici, come Mantero nel 1902 e, nel dopoguerra, la tessitura fondata da Antonio Ratti, poi diventata un riferimento internazionale per la stampa e la creazione di accessori in seta. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, il distretto raggiunge il suo apice: le seterie si moltiplicano, gli ordini arrivano dalle grandi maison di moda francesi e americane, e la città si specializza nella stampa serica di altissima qualità.
Negli anni Settanta, la crisi del settore tessile, causata dall'arrivo delle fibre sintetiche e dalla concorrenza asiatica, costringendo molte imprese a chiudere o reinventarsi. Come sceglie la via dell'eccellenza, concentrandosi sulle fasi a maggior valore aggiunto: il design, la stampa, il finissaggio e la ricerca. È in questo contesto che nascono le prime tecnologie di stampa rotativa ad alta definizione e, dagli anni Duemila, la stampa digitale ink-jet, che permette infinite possibilità creative e tempi di produzione ridotti.
Oggi, Como resta il cuore della produzione serica europea. L'80% della seta stampata in Europa proviene da questo distretto, che continua ad esportare la propria bellezza in tutto il mondo. La filiera è ancora quasi completamente integrata: disegno, tessitura, tintoria, stampa e confezione convivono nello stesso territorio, mantenendo un dialogo costante tra artigianato e tecnologia. Le aziende locali collaborano con scuole, università e centri di ricerca per sviluppare nuovi materiali sostenibili, tracciabili e adatti alla moda contemporanea. La seta riciclata, gli inchiostri a base d'acqua e persino la seta sintetica ispirata al filo del ragno sono frutto di questa evoluzione costante.
Indossare seta realizzata a Como oggi significa portare con sé una storia di oltre seicento anni: una storia fatta di cura, sapienza, trasformazione. È il filo invisibile che lega passato e futuro, natura e innovazione, bellezza e competenza, in un tessuto che non smette mai di raccontare la sua origine nobile e profondamente italiana.